I Friedkin non mollano: fallito l’assalto all’NBA, ci provano con Houston nell’hockey su ghiaccio
La famiglia Friedkin, nota per i suoi investimenti nel settore sportivo, tra cui la proprietà della Roma e dell’Everton, non si arrende dopo aver perso la corsa alla proprietà dei Boston Celtics, venduti per un record di 6,1 miliardi di dollari. Ora, Dan Friedkin, presidente della Roma, ha puntato gli occhi sull’NHL, la lega americana di hockey su ghiaccio, con l’obiettivo di introdurre una nuova squadra a Houston, città dove ha sede il Friedkin Group.
Il Progetto Ambizioso
Secondo quanto riportato da “The Athletic”, è avvenuto un incontro tra la National Hockey League e Dan Friedkin, con l’intento di creare una nuova franchigia a Houston. Attualmente, l’NHL conta 32 squadre, e il commissario Gary Bettman ha chiarito che non ci sono piani di espansione al momento. Tuttavia, la storia recente dell’NHL ha dimostrato che l’interesse per nuove squadre può concretizzarsi nonostante lo scetticismo iniziale, come nel caso del trasferimento degli Arizona Coyotes a Salt Lake City.
Le Risorse e l’Infrastruttura
I Friedkin dispongono delle risorse economiche e dell’infrastruttura necessarie per sostenere un progetto di tale portata. La presenza della Toyota Center, un’arena multifunzionale con oltre 18.000 posti, rappresenta un punto a favore per la candidatura di Houston. Questo impianto potrebbe essere il luogo ideale per ospitare le partite della nuova squadra.
Il Contesto Sportivo
La famiglia Friedkin è nota per i suoi investimenti nel settore sportivo e automobilistico, oltre che cinematografico. Dopo aver fallito l’acquisto dei Boston Celtics, questo nuovo progetto rappresenta un’opportunità per espandere la loro influenza nel mondo dello sport americano. L’hockey su ghiaccio è uno sport molto popolare negli Stati Uniti, e una squadra a Houston potrebbe riscuotere un grande successo.
La Strategia dei Friedkin
La strategia dei Friedkin si basa sull’identificazione di opportunità in settori diversi e sulla capacità di sfruttare le risorse disponibili per creare nuove realtà sportive competitive. Questo approccio ha già portato successo in altri campi, e potrebbe essere vincente anche nel mondo dell’hockey su ghiaccio.